TERAMO – «Stefano Bandini è un esempio per tutti noi ed è un esempio per i nostri giovani, noi non dobbiamo dimenticarlo mai». Quest’anno le istituzioni c’erano a commemorare Stefano Bandini e il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, lo ha fatto come il capo di una comunità deve nei confronti di un cittadino-eroe. Soprattutto per ribadire che i tentativi di disonorare quella medaglia d’oro al valor civile da parte di superficiali e frettolose indagini giudiziarie, vanno respinte con decisione e fermezza. Alla Villa Comunale ogni 18 marzo, da otto anni, si ricorda quel tragico volo di protezione civile del 2005 in cui Stefano, pilota teramano 38enne, perse la vita assieme al collega Claudio Rosseti durante un volo antincendio in Versilia, non prima di aver evitato una strage: scelsero di morire piuttosto che precipitare su Forte dei Marmi, tra un ospedale e una scuola. Grazie all’iniziativa di Teramo Nostra, alla Villa che porta il suo nome, a Stefano vengo resi gli onori che di devono agli eroi. Oggi c’era il presidente Piero Chiarini, c’era il sindaco Brucchi, c’era Andrea il fratello di Stefano, gli zii, i suoceri e gli studenti di due classi dell’Istituto alberghiero Di Poppa e del Liceo artistico Montauti. A loro è stato spiegato cosa Bandini preferì con grande senso civico e loro, quelli della IIIC dell’artistico in particolare, hanno dimostrato di capire: hanno mostrato le loro idee progettuali su come ‘arredare’ la città nel ricordo proprio di Stefano.
Progetti per la città nel ricordo di Bandini. Li hanno mostrati con entusiasmo, presentati dal loro professore di arte ubblica, Antonio Salamino. Alcune idee per l’Ipogeo, al posto dell’attuale monumento: un orologio solare, una stilizzazione del timone delll’arereo di Stefano; altre per il teatro romano, la più tangibile delle quali è il modello in resina del Canadair precipitato che spicca il volo sulle rovine romane. «Chiederemo al Comune di valutare l’idea progettuale e magari anche di accoglierla e realizzarla».
Una corona di fiori sulla targa. Una corona di fiori, al termine di una cerimonia breve ma intensa, è stata apposta da Charini, Brucchi e Andrea Bandini sulla targa che all’ingresso di viale Bovio della Villa intitola il parco all’eroe teramano.
In Versilia un’altra cerimonia. I genitori di Stefano, Livio e Liliana, questa mattina sono stati gli ospiti d’onore delle manifestazioni che a Forte dei Marmi e a Serravezza hanno ricordato l’atto di eroismo dei due piloti della Protezione civile, partecipado alla messa, alla deposizione delle corone d’alloro ma soprattutto per la lettura della lettera che papà Livio in ognuna di queste occasioni scrive e legge al figlio scomparso.
L’inchiesta giudiziaria va avanti. Intanto l’inchiesta dopo la clamorosa riapertura decisa dal gip del tribunale di Lucca, Alessandro Dal Torrione, che ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Lucia Rugani (ordinando di proseguire le indagini per altri sei mesi sull’incidente al Canadair della Protezione civile, intimando l’iscrizione sul registro degli indagati di 4 persone e di subordinare quella di altre 4, tra addetti ai lavori e responsabili delle attività di protezione civile sul posto, all’approfondimento delle indagini), prosegue. E la battaglia legale tra le parti continua. Gli avvocati che tutelano gli interessi dei famigliari di Stefano, Gianluca Pomante e Michele Artese, hanno affidato l’incarico a un consulente tecnico affinchè svogla una perizia sulle cause dell’incidente aereo al Canadair, per confutare la ricostruzione, l’ennesima diversa che due consulenti tecnici del pm hanno di recente proposto, senza possibilità di contraddittorio: cioè che il Canadair prese fuoco per l’innesco del carburante causato dalle scintille dovute allo sfregamento della carlinga sui cavi dell’alta tensione. Versione, questa, ampiamente smentita dai tecnici soprattutto rispetto al carburante usato, di quelli non ‘infiammabili’ per via di una serie di presidi di sicurezza installati a bordo del velivolo.